Il prossimo anno sono attese tante novità per scuola, università e ricerca: lo “Student Act”, in perfetto stile anglofilo tanto caro ai legislatori di questo Governo. Si chiama così la serie di provvedimenti in favore della scuola, inserito nella Manovra finanziaria per il prossimo anno.
Lo Student Act è un piano di investimenti da 1 miliardo di euro, come ha spiegato il Ministro dell’Istruzione Giannini, che si pone l’obiettivo di sostenere economicamente i giovani studenti italiani che vogliono iscriversi all’Università. Misura, questa, che dovrebbe far fronte alla situazione difficile emersa dall’ultimo rapporto OCSE secondo il quale in Italia le immatricolazioni universitarie sono sempre più in calo.
I punti salienti dello Student Act:
1) Esonero totale dalle tasse universitarie annuali (“No Tax area”) per gli studenti appartenenti ad un nucleo familiare il cui Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) sia inferiore o eguale a 13mila euro; gli studenti con un ISEE compreso tra 13mila e 25mila euro pagheranno invece proporzionalmente al reddito in base a una percentuale che si aggira attorno all’8% della quota di ISEE.
2) Assegnazione di super borse di studio, che da un massino di 4.000 euro passano per il prossimo anno addirittura a 15.000 euro, andando a coprire così buona parte delle spese vive che uno studente deve sostenere. La super-borsa sarà però assegnata solo agli studenti iscritti all’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, con voti alti (da 8 in su) e il cui nucleo familiare ha un ISEE non superiore ai 20.000 euro.
3) Estensione del Bonus cultura del 2016 anche al 2017, di cui beneficeranno i giovani che compiono diciotto anni nel 2017: si tratta dell’assegnazione di una card cultura, dell’importo massimo di 500 euro, che può essere utilizzata per l’ingresso a teatro, cinema, musei, mostre, eventi culturali, spettacoli dal vivo, oltre che per l’acquisto di libri e per l’accesso a monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali.
Vedremo se questi provvedimenti coglieranno o meno nel segno.
Di certo, sarà facile per il Governo riscontrarne in breve tempo gli effetti, perché i parametri da verificare sono oggettivi: numero delle immatricolazioni universitarie, consumo di beni “culturali”, quali cinema, teatri, libri, musei, mostre, e, perché no, anche un auspicato innalzamento del rendimento degli studenti che mirano alla super-borsa.